L’operazione di ricapitalizzazione, scrive il quotidiano economico, sarà il tema centrale della riunione del Consiglio di amministrazione di Exor, la holding della famiglia Agnelli che detiene una quota del 60% della squadra bianconera, che si terrà dopodomani 23 giugno su convocazione di John Elkann.
L’unico punto all’ordine del giorno della riunione dei membri del Consiglio di amministrazione di Exor, infatti, sarà il sostegno che la holding fornirà al piano a medio termine della Juventus, piano che verrà presentato al Consiglio di amministrazione della società calcistica dal presidente Andrea Agnelli sempre il 23 giugno ma nel corso del pomeriggio, mentre la riunione del Cda di Exor si terrà nel corso della mattinata.
In altre parole, quindi, prima di procedere ad una ricapitalizzazione, la Juventus vuole essere certa di avere il sostegno del suo azionista di riferimento. In ogni caso non dovrebbero esserci grandi problemi, soprattutto in considerazione di quanto dichiarato lo scorso maggio da John Elkann, che si era detto pronto a sostenere il fabbisogno della Juventus.
Del resto l’intervento si configura come necessario dal momento che i conti della società oggi sono ben lontani da quelli che caratterizzavano la gestione di Antonio Giraudo e Luciano Moggi, quando i successi in campo erano accompagnati da utili in crescita e da dividendi agli azionisti. Nei primi nove mesi dell’esercizio in corso la Juventus ha registrato una perdita di oltre 40 milioni di euro e, secondo le stime, il bilancio al 30 giugno dovrebbe chiudersi con un rosso di 70 milioni di euro.
L’ultima ricapitalizzazione della Juventus risale a quattro anni fa, quando nel maggio del 2007 la società lanciò un aumento di capitale da 105 milioni di euro emettendo azioni che potevano essere acquistate ad un prezzo di 1,3 euro l’uno. Quelle stesse azioni oggi valgono il 40% in meno.
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