È salito oltre le attese il Pil Usa del secondo trimestre. Tra aprile e giugno l’aumento – dalla prima lettura del Dipartimento del commercio – è stata del 4% in rialzo dal -2,1% del primo trimestre (dato rivisto dal -2.9%). È un risultato che supera le stime degli analisti che si aspettavano una crescita del +3%.
A supportare la crescita è stata principalmente la componente dei consumi privati che, nel secondo trimestre, ha registrato un aumento del +2,5% dopo il +1,2% del primo trimestre dell’anno.
Stando ai dati del governo, nel trimestre in merito, l’indice Pce dei prezzi dei prodotti di uso personale è aumentato al ritmo annualizzato del 2,3%, in forte accelerazione riguardo al primo trimestre e oltre l’obiettivo di lungo termine dell’inflazione del 2%. Le esportazioni, sono cresciute nel trimestre del 9,5% mentre le importazioni sono cresciute in misura maggiore, pari all’11,7%.
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La differenza nelle scorte aziendali, stimata 93,4 miliardi di dollari contro i 35,2 miliardi del primo trimestre, ha portato 1,66 punti percentuali al pil nel periodo, indice che le aziende prevedono una ripresa forte nel tempo che porti a un aumento della domanda. Al netto della variazioni nelle scorte, l’aumento è stato del 2,3% contro la contrazione dell’1% avutasi nei tre mesi precedenti. Gli investimenti aziendali sono aumentati del 5,5% mentre gli investimenti residenziali fissi sono cresciuti del 7,5% dopo due trimestri consecutivi di flessione. Consistente anche il contributo governativo, che ha implementato le spese e gli investimenti nel trimestre dell’1,6%.
Questo aumento del Pil potrebbe rinforzare la tesi di chi pensa che i tassi potrebbero tornare a salire a inizio 2015. Inoltre per la prima volta dal 2012, l’inflazione nel trimestre ha superato la fascia del 2% fissata dalla Fed.