Il Governo non ha nessuna intenzione di mettere a punto una manovra bis, almeno per ora: è questo ciò che il premier Giuseppe Conte dichiara all’indomani del varo del maxi decreto ed in seguito all’allarme relativo alla crescita lanciato da Bankitalia.
L’attuale esecutivo è sicuro che le misure messe a punto e non ancora attive saranno in grado di far ripartire l’Italia e con esso l’intera economia. La parola d’ordine del Presidente del Consiglio e dei suoi due vice sembra essere solamente “entusiasmo” e tutt’al più “fiducia”. Ecco quindi perché della manovra bis è “troppo presto per parlarne“. O ancor meglio:
Siamo a gennaio e non sono ancora partite le nostre misure, una manovra bis è da escludere allo stato.
Eppure sono diverse le fonti giornalistiche che riportano come anche tra i rappresentanti del governo c’è chi pensa che una manovra bis potrebbe rendersi utile per correggere il tiro e far quadrare i conti. Questo perché sia la quota 100 che il reddito di cittadinanza, varati in questo momento con le conseguenti condizioni, pesano e non poco sulle casse dello stato. Ed il fatto che Bankitalia abbia tagliato le stime sul Pil non aiuta affatto: l’essere passati dall’1% allo 0,6% con tanto di allarme recessione di certo non rema a favore dell’economia italiana e della sua tenuta.
Va detto contestualmente che il decreto approvato qualche giorno fa è già stato sottoposto ad alcune modifiche. Un esempio? Per gli statali spunta un bonus sull’anticipo della liquidazione, in pratica uno sconto Irpef per coloro che, andando in pensione, possono ottenere subito una prima tranche della liquidazione (ovvero fino a 30mila euro) grazie ad un finanziamento con interessi al 95% a carico dello Stato. E mentre il gioco legale viene tassato su più fronti e scattano nuove regole, viene intanto confermata la tassa d’imbarco sugli aerei che andrà a finire totalmente nelle mani dell’Inps dal 2020.