Marchionne, in particolare, ha spiegato che è stata adempiuta la prima condizione posta dal Lingotto per l’aumento della sua partecipazione in Chrysler, ossia la certificazione del primo motore con tecnologia Fiat per l’uso in America.
La casa automobilistica americana, infatti, ha emesso una lettera d’impegno attraverso la quale ha dichiarato di aver ricevuto le necessarie autorizzazioni e che inizierà la produzione commerciale del motore Fire nel suo stabilimento di Dundee. A fronte di ciò, dunque, la quota di Fiat in Chrysler è aumentata automaticamente, in forza di quanto previsto dall’accordo operativo.
La quota detenuta dal Lingotto, tuttavia, potrebbe aumentare ulteriormente fino al 35%, nel caso in cui dovessero verificarsi due ulteriori condizioni. La prima ha ad oggetto l’aumento dei ricavi e delle vendite al di fuori dell’area NAFTA, mentre la seconda riguarda la produzione commerciale negli Stati Uniti di un’autovettura basata su una piattaforma Fiat con determinate prestazioni.
Marchionne, inoltre, nel corso del suo intervento a Detroit non ha escluso che si riesca ad arrivare al 51% entro la fine del 2011, sottolineando che Fiat è in possesso delle risorse necessarie per riuscire a farlo.