La decisione è arrivata direttamente dal Fomc, ossia il Federal Open Market Committee, il Comitato federale del mercato aperto, l’organismo della Fed incaricato di sorvegliare le operazioni di mercato aperto negli States.
Come si è appreso però, c’è l’intenzione di intervenire in qualsiasi momento per sostenere la ripresa economica, ma soprattutto per bloccare l’aumento incontrollato della disoccupazione.
Però i timori della Fed sulla bassa inflazione hanno portato effetti negativi sui principali fronti finanziari, su tutti c’è da segnalare il calo del dollaro nei confronti delle altre maggiori monete mondiali.
Addirittura nelle ultime sedute il dollaro è sceso ai minimi da sei mesi ad oggi. In seguito alla notizia al NYSE si sono registrate pesanti perdite.
Ad approfittare della debolezza del dollaro è ovviamente l’euro, che dopo il minimo del 7 giugno scorso, ha saputo reagire in maniera importante, mostrando quelli che sono i classici segnali di un’inversione di lungo periodo.
Per i prossimi mesi dunque è lecito attendersi un trend al rialzo della moneta unica europea, che dovrà solamente non cedere quota 1,26.
Il rally iniziato un mese fa ha fatto tornare i valori dell’euro su quelli di inizio agosto. Gli esperti si attendono nel breve periodo entrate a mercato intraday al ribasso fino a quota 1,30. Dopo di che si cercherà un pattern di inversione per proseguire la tendenza.