L’aumento della domanda secondo gli esperti è da ricondurre soprattutto all’incremento della domanda proveniente dalla Cina e dai Paesi Emergenti, in particolare le stime parlano di un incremento dal 15% rispetto ad oggi.
Dell’aumento del prezzo del petrolio ne risentirà soprattutto l’economia americana. Il motivo è da ricercare nel fatto che in America le accise sulla benzina non sono alte come quelle italiane, per cui gli aumenti del prezzo del petrolio risultano essere più visibili e gli automobilisti nella maggior parte dei casi sono costretti ad attuare un taglio delle spese, con ripercussioni sull’intera economia, compresi comparti che hanno poco o niente a che vedere con la benzina. Come se non bastasse tutto ciò provoca un incremento dell’inflazione e spinge la Banca centrale ad attuare un rialzo dei tassi di interesse, una decisione di cui ne risentono soprattutto le famiglie e le imprese e che va quindi a rallentare ulteriormente la ripresa economica.
[LEGGI] PREVISIONI PREZZO PETROLIO 2011-2012 ALZATE DA GOLDMAN SACHS
In Italia l’aumento del prezzo del petrolio influisce soprattutto sul prezzo della benzina che, secondo le rilevazioni effettuate ad inizio mese, ha registrato picchi a 1,67 euro al litro per la verde e a 1,53 euro a litro per il gasolio. L’aumento del prezzo della benzina comporta un aumento dell’inflazione che provoca di conseguenza un incremento dei tassi di interesse e dei prezzi di biglietti di aerei, traghetti e treni.
Gli interventi allo studio del governo per bloccare il prezzo del petrolio sono diversi, tra questi figurano la possibilità di estendere a tutti i distributori italiani il self service al 100% entro un anno, l’estensione alle 24 ore dell’utilizzo della carta carburante prepagata e la possibilità per il distributore di vendere anche altri tipi di prodotti.