Il probabile programma di acquisti di titoli finanziari da parte della Bce non è prossimo. Lo afferma Ewald Nowotny, il governatore della Banca centrale dell’Austria, uno dei componenti del Consiglio direttivo, che sottolinea che non è indispensabile un intervento veloce. In più, implicitamente ha preso posizione su un aspetto fondamentale di questo presunto “quantitative easing”, facendosi vedere contrario al fatto che gli acquisti riguardino titoli di Stato.
“Preferirei misure più vicine possibili al mercato e per questo – ha detto come riporta Dow Jones – penso a misure che rafforzino innanzitutto il mercato degli Abs in Europa”. Quindi i titoli (Asset backed securities) garantiti da attività, come quelli legati alle cartolarizzazioni di crediti o mutui erogati dalle banche.
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È da parecchi mesi che la Bce mette in evidenza la necessità di ripristinare il mercato delle cartolarizzazione e degli Abs. La scorsa settimana Draghi ha detto che si è parlato anche dell’ipotesi di un QE. In seguito indiscrezioni apparse su giornali tedeschi hanno riportato che alla Bce ci sono studi basati su un piano che potrebbe ammontare fino a 1.000 miliardi di euro.
Le parole di Nowotny avvalorano in ogni caso due aspetti fondamentali che erano stati fatti intuire da Draghi. Il primo è che questo QE non sarà immediato, potrebbe richiedere ancora perlomeno un paio di mesi. Il secondo è che potrebbe non riguardare i titoli di Stato. Lo stesso Draghi aveva detto che ciò lo avrebbe reso meno complicato.
Nowotny ha manifestato stime sul ambito economico generale, dichiarando che il consolidamento della ripresa riduce i rischi di deflazione.