Tra questi gli esperti della banca d’affari elevetica ne hanno individuato ben otto, che secondo le loro previsioni riusciranno a mettere a segno delle performance brillanti e sui quali hanno quindi indicato rating “buy”, consigliandone quindi di fatto l’acquisto agli investitori.
Di seguito i titoli del settore minerario consigliati da UBS, in ordine alfabetico:
– Alumina: il titolo ha realizzato di un cash flow positivo nell’ultimo trimestre del 2012, tuttavia il ritorno a un anno è stato negativo. La performance è però vista in miglioramento alla luce di un target price di 1,40 dollari australiani. Il rendimento della cedola è invece basso, all’1,9% sia per quest’anno che per il prossimo;
– BHP Billiton: gli analisti indicano un prezzo obiettivo di 24 sterline contro una quotazione recente di 18,97. Il titolo ha un dividend yield stimato del 4,1% nel 2013 e del 4,4% nel 2014;
– Cameco: gli esperti si aspettano un tasso di crescita annuo della produzione del 7,5% da qui al 2017, con un target price a 23,50 dollari canadesi. Il p/e (prezzo/utile) è 16,9 nel 2013 e 16,3 nel 2014;
– Franco Nevada: il prezzo obiettivo è di 60 dollari canadesi, contro una quotazione attuale di 43,24, tuttavia il dividend yield è piuttosto basso, all’1,7% sia per quest’anno che per il prossimo;
– Glencore: il titolo ha un prezzo obiettivo di 4,40 sterline e un ritorno a un anno negativo, tuttavia vanta un interessante rendimento, stimato nel 2013 al 3,2% e nel 2014 al 3,4%;
– Paladin Energy: il prezzo obiettivo di 1,60 implica margini di crescita interessanti, ma la società non distribuirà il dividendo né quest’anno né il prossimo;
– Perseus: il target price a 3,50 dollari australiani contro un livello attuale di 1,5 implica un potenziale di rialzo piuttosto elevato, tuttavia secondo gli esperti non distribuirà il dividendo né quest’anno né il prossimo;
– Rio Tinto: il target price è di 44,90 sterline rispetto ad un prezzo attuale di 30,14 sterline. Dopo un ritorno a un anno negativo, la performance nei prossimi mesi dovrebbe migliorare, soprattutto a fronte di un dividend yield del 4% nel 2013 e del 4,3% nel 2014.