Tesla e Disney decidono finalmente di voltare le spalle a Donald Trump: i rispettivi Ceo hanno infatti reso noto che non intendono più essere parte del gruppo di advisor del presidente americano. La motivazione? L’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima.
Gli stessi che alcuni Governatori statali e sindaci americani stanno pensando di sottoscrivere nuovamente come realtà federale a parte. Ma non è questo il punto: sono state le minacce ambientali al mondo che la politica di Donald Trump sottintende a rappresentare la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E tra questioni di principio, malessere degli utenti e battaglie da portare avanti, sia Elon Musk di Tesla che Rober Iger della Disney non hanno più alcuna intenzione di scendere dai compromessi.
L’abbandono di queste due grandi dal tavolo dei consulenti rischia di trasformarsi in un doveroso effetto domino che tra l’altro rischia di riversarsi sul mercato degli investimenti: non si può far finta di non intuire o notare l’imbarazzo dei rimasti. Molti dei 27 uomini e donne d’affari chiamati a far parte del gruppo avevano già firmato una lettera per far presente a Trump dell’importanza degli accordi di Parigi e parliamo di società coinvolte come JPMorgan, PepsiCo e General Motors che del rispetto per l’ambiente e la sostenibilità ne stanno facendo una battaglia da anni.
La storia di Uber dovrebbe aver insegnato qualcosa lo scorso febbraio: le perdite di utenti per l’appoggio a Trump si sono rivelate più che sensibili. In quanti avranno il coraggio di fare la cosa giusta? Senza contare le pressioni ulteriori che arriveranno da società come Google, Facebook e Microsoft, da sempre impegnate sul fronte dell’energia pulita. Ed ancora da Amazon ed HP: la Silicon Valley sembra essere in rivolta. Quale sarà la risposta di Donald Trump e quella dei mercati?