Negli ultimi semestri, i listini mondiali sono stati interessati da un forte incremento della volatilità, cosa che ha innescato negli investitori una forte insicurezza in tema di investimento. E gli investitori si sono trovati a dover affrontare forti difficoltà nel mantenere le strategie d’investimento e stock picking valide nel passato per la gestione dei propri portafogli ma che ora rivelano forti gap, soprattutto nella gestione del rischio. E i cosiddetti beni rifugio come l’oro e gli altri strumenti finanziari preposti, hanno disatteso ulteriormente le speranze di recupero delle perdite.
Negli ultimi anni il rallentamento economico globale causato dalla crisi finanziaria e le forti oscillazioni di mercato hanno creato un generale senso di incertezza; in questa cornice molti investitori hanno trovato sempre più difficile attenersi alle strategie di investimento stabilite per il proprio portafoglio e, spesso, le hanno disattese per cercare protezione nei così detti “porti sicuri”.
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Ora che il contesto è mutato e si inizia a parlare di scenari post-crisi, aumenta la necessità di rivedere la gestione delle proprie assett allocation, vista l’elevata volatilità dei mercati e il permanere delle tensioni sui sulle Piazze Finanziarie alimentano la continua incertezza di chi vuole investire i propri risparmi.
>Buoni Fruttiferi Postali Europa
Secondo la view di Giovanni Papini, a.d. di Ubs Global Asset management Italia “rimanere bloccati è controproducente”. “ I mercati” suggerisce Papini “evolvono in modo molto più rapido e questo crea una spinta in due direzioni apparentemente contrapposte. Da una parte, infatti, la volatilità e la continua evoluzione dei mercati indurrebbero a modificare continuamente la propria strategia di investimento. Dall’altra, bisogna sempre tener presente che è l’asset allocation di lungo termine a generare la gran parte delle performance”.