I dati che arrivano dai cosiddetti Paesi Pigs dell’euro zona sono in netto contrasto tra di loro. Da una parte infatti abbiamo le economie della Spagna e della Grecia che ricominciano a partire, e dall’altra parte l’economia dell’Italia che continua a rimanere ferma come confermato anche dal dato diffuso da Confindustria.
In Spagna, le stime economiche per l’anno in corso e il successivo, sono state riviste al rialzo da parte della Banca centrale che ha portato a 1,3% da 1,2% la proiezione di crescita del Pil per il 2014, e a 2,0% da 1,7% la proiezione di crescita per il i 2015.
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Nel bollettino economico mensile, la Banca centrale spagnola ha scritto inoltre che nel secondo trimestre l’economia spagnola ha quasi certamente registrato una crescita dello 0,5% su trimestre dopo l’espansione dello 0,4% segnata nei primi tre mesi del 2014. Tra i segni positivi c’è anche la crescita dell’occupazione non solo su base congiunturale per il terzo trimestre consecutivo, ma dopo sei anni l’occupazione è tornata nuovamente a crescere di +0,4% su base annuale, cosa che non accadeva da sei anni.
In Grecia, nel 2014 l’economia dovrebbe far registrare la prima variazione positiva dopo sei anni di recessione. La crescita, nelle stime, dovrebbe toccare lo 0,7% spinta dal settore turistico e dai consumi delle famiglie. Lo afferma il think tank greco Iobe che nel suo esame si accosta a quel che anche l’ Unione europea e il Fondo monetario internazionale hanno già stimato ( 0,6% quest’’anno). L’enorme problema per la Grecia resta la disoccupazione, che quest’anno ha raggiunto il 26%.