Unicredit pronta a lasciare il mercato russo? Da quanto dichiarato ieri dal ceo della Banca Andrea Orcel, si evince che questa possibilità è tra quelle prese in considerazione dopo l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina.
Necessità di cambiare strategia in Russia
Le sue parole sono arrivare nel corso di un incontro con il mercato e quello che è stato annunciato, per il momento, è la necessità di rivedere la strategia di Unicredit nel paese. Ha spiegato che con l’attacco in atto è cambiato il clima economico e che i suoi esperti hanno previsto un periodo di stagflazione: fattore che per forza di cose porterebbe chiunque a prendere una simile decisione.
Come sottolineato da una nota diffusa la scorsa settimana, Unicredit Bank Russia è caratterizzata al momento da una posizione creditoria di tipo autofinanziato di 7,8 miliardi stimata a fine 2021, un RWA di 9,4 miliardi e un patrimonio netto di 2,5 miliardi di euro. Quest’ultimo, per dovere di cronaca, va evidenziato che al netto delle coperture sui cambi scende fino a 1,9 miliardi di euro. E’ stato quindi spiegato nel comunicato dove si confermava il dividendo:
“Nello scenario estremo, in cui la totalità della nostra massima esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, l’impatto sul Cet1 ratio di Unicredit a fine 2021 sarebbe di circa 200 punti base. In virtù di questo confermiamo il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi, mantenendo un Cet1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore. Inoltre, confermiamo la nostra intenzione di eseguire il riacquisto di azioni fino all’importo di 2,58 miliardi“.
I costi dell’attacco russo in Ucraina
Non solo Unicredit sta pensando di cambiare strategia per ciò che concerne la sua attività in Russia. Anche Intesa SanPaolo ha reso noto attraverso un portavoce che potrebbe pensare di agire diversamente per quel che concerne la sua presenza in loco:
“La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazione strategiche. Condanniamo totalmente quanto sta accadendo e siamo impegnati ad aiutare tutte le nostre persone in Ucraina fornendo accoglienza, nei paesi in cui operiamo, ai colleghi ucraini”.
Il costo finanziario per le banche di questo attacco è da giorni al vaglio dei maggiori esperti del settore e come riportato da MF-Milano Finanza, uno stress test è stato eseguito da parte di La Française, controllata di Crédit Mutuel Nord Europe, la quale ha analizzato la situazione degli istituti più esposti in Russia: Raiffeisen Bank International, Unicredit, Société Générale, Intesa Sanpaolo e Ing e le perdite potrebbero in una delle simulazioni già eseguite, partire dai 2 miliardi fino a raggiungere oltre i 4 miliardi di euro.