Quali commodity sono pronte al recupero secondo Credit Suisse

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Il primo semestre dell’anno è stato molto negativo per le commodity, appesantite dalle aspettative di riduzione degli stimoli monetari della FED, dalla forza del dollaro americano e dal rallentamento della Cina. Tuttavia, secondo gli analisti finanziari di Credit Suisse, alcune materie prime potrebbero mettere a punto un rimbalzo nei prossimi 6-12 mesi. Un recupero completo dell’intero settore appare lontano, ma in modo selettivo è possibile puntare su alcune commodity. La banca d’affari elvetica ha compilato una lista di 8 materie prime, che potrebbero fare meglio rispetto al settore di riferimento.

Credit Suisse vede rosa per le quotazioni del platino, che negli ultimi tempi è stato influenzato negativamente dal crollo dell’oro. La banca svizzera fa notare che rispetto all’oro, per il platino c’è una differenza nel mercato “fisico”. L’offerta in costante diminuzione, soprattutto in Sudafrica che copre il 75% del totale. La domanda, invece, sta aumentando e ciò dovrebbe provocare continui deficit con probabile ripresa delle quotazioni. Nei prossimi 6-12 mesi viene stimato un target di 1.550 dollari.

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Accanto al platino c’è poi il palladio, che presenta i migliori fondamentali tra le varie commodity. L’offerta, concentrata in Russia e Sudafrica, è in diminuzione, mentre la domanda è in crescita. Secondo Credit Suisse i prezzi possono tornare a 780 dollari. Nella lista compare anche il gas naturale, che secondo CS potrebbe tornare a 4 dollari.

Tra le commodity più interessanti c’è anche l’alluminio, sul quale viene fissato un target di 1.900 dollari. A completare la lista ci sono rame, nickel, stagno e cotone. Per la materia prima “laureata in economia”, utilizzata principalmente nelle costruzioni, è atteso un balzo dei prezzi fino a 7.400 dollari per tonnellata entro 6-12 mesi, in scia alle aspettative di miglioramento dell’economia globale.