“La Consob non ha bloccato la vendita di azioni”, è chiara nelle sue puntualizzazioni la Banca Popolare di Bari che risponde tramite un comunicato stampa ai procedimenti sanzionatori avviati dalla Consob.
La Commissione nazionale per le società e la Borsa a metà settembre, precisamente il 13 settembre, lo stesso giorno in cui si è dimesso anche l’ex presidente Mario Nava, ha approvato due delibere che riguardavo presunte violazioni riscontrate nei periodi tra il 2014-16 presso la Popolare di Bari.
La sorpresa della Banca Popolare di Bari non sono solo le delibere della Consob ma anche il fatto che il contenuto di questi due provvedimenti sia stato pubblicato alcuni giorni fa dai media.
La sorpresa e il rammarico riguarda la diffusione, “con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.
Nel comunicato la Popolare di Bari illustra la sua posizione con un dettagliato elenco di puntualizzazioni, tra cui “la Consob non ha bloccato la vendita di azioni”, “le sanzioni non sono state comminate alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis ma a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa”, fino al fenomeno dei “finanziamenti baciati” che “non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.
“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – afferma la Banca Popolare di Bari -, già il bilancio 2017 della Banca informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016. Peraltro la Banca aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.
Sugli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, la Popolare di Bari precisa che “sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile. Inoltre abbiamo operato correttamente anche in relazione alla predisposizione dei prospetti informativi, la cui pubblicazione è stata autorizzata dall’Autorità a seguito di una fitta interlocuzione, come è normale peraltro, sui contenuti”.
“Oltre a non apparire fondata nel merito – osserva la Banca pugliese – , la decisione della Consob riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013. Inoltre, la decisione non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.
La Banca Popolare di Bari ritenendo le sanzioni non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo, oltre a produrre alla Consob proprie memorie difensive, continuerà a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.