In questo modo, dunque, sarà possibile difendere i soldi investiti nel caso in cui la situazione dovesse rimanere stabile o addirittura peggiorare grazie all’ampia presenza di titoli difensivi, tuttavia sarà possibile beneficiare di ampi guadagni qualora la situazione dovesse migliorare.
Tra i titoli difensivi figurano Novartis e Bayer per il settore farmaceutico, Ahold e Carrefour per il settore alimentare, National Grid per il settore delle utility, Ferrovial per il settore delle infrastrutture e Reckitt Benckiser per il settore dei prodotti per la casa. Rientrano invece nella seconda categoria Eni per il settore dell’energia, Fiat Industrial per il settore industriale, Allianz per il settore assicurativo, Publicis per il settore pubblicitario e Barclays per il settore bancario.
Nell’indicare il consiglio espresso da Garthwaite occorre però precisare che Credit Suisse, come del resto la maggior parte delle banche svizzere, è piuttosto fiduciosa sulla risoluzione della crisi del debito sovrano in Europa, basti pensare che attribuisce allo scenario di uscita dalla crisi l’80% delle probabilità. Per questo motivo già da alcune settimane la banca svizzera è tornata a dare maggior peso alla componente azionaria nei suoi portafogli.