Previsioni materie prime 2011

I primi mesi del 2011, anno che doveva confermare la definitiva uscita dalla crisi economica globale, sono stati caratterizzati da eventi che rischiano di avere gravi ripercussioni sull’economia mondiale, tanto da portare alcuni economisti a temere una nuova ricaduta di entità più o meno uguale a quella che ha seguito il fallimento di Lehman Brothers nella seconda metà del 2008.

Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare, tuttavia, l’indice dei prezzi delle materie prime non ha subito pesanti mutamenti dopo il terremoto e l’allarme nucleare in Giappone, seguiti dalla guerra in Libia.

Previsioni Etf 2011

Secondo uno studio realizzato da State Street Global Advisor, società del gruppo State Street che lo scorso gennaio ha lanciato i primi fondi passivi quotati in Italia, in Europa nel corso del 2011 continuerà la crescita degli Etf registrata durante lo scorso anno.

In base allo studio, infatti, nel corso del 2010 gli asset europei investiti in Etf hanno registrato una crescita del 30% circa raggiungendo quota 228 miliardi di euro circa, un ottimo risultato indice del fatto che in Europa il mercato inizia ad essere maturo, anche se si tratta di risultati che restano ancora molto lontani da quelli degli Stati Uniti, dove nel 2011 il patrimonio complessivo ha superato i 1.000 miliardi di dollari.

Giocare in borsa simulazione

Giocare in Borsa può essere molto rischioso, se si è alle prime armi il consiglio è quello di provare investendo dei soldi virtuali in modo tale da testare le proprie capacità prima di rischiare dei soldi veri.

Per farlo basta utilizzare una delle tante applicazioni online che consentono di giocare in Borsa per finta, in altre parole si simulano delle giocate facendo riferimento a quotazioni reali, in modo tale da comprendere bene il meccanismo prima di investire soldi veri.

Settori su cui investire dopo crisi Giappone

Dopo il terremoto in Giappone e l’allarme nucleare causato dai problemi al sistema di raffreddamento della centrale di Fukushima, gli esperti si sono chiesti quali sono i settori azionari su cui è meglio puntare in un momento così difficile e delicato.

A riguardo i gestori si sono mostrati concordi nel ritenere che i settori che hanno maggiori possibilità di resistere agli effetti negativi della situazione di crisi che sta colpendo il Giappone sono quelli legati alle energie alternative, il settore farmaceutico e il settore industriale.

Rendimento buoni fruttiferi postali 18 mesi

I Buoni Fruttiferi Postali Diciottomesi rappresentano un’ottima forma di investimento a breve termine, dal momento che consentono di ottenere una discreta remunerazione sul capitale investito.

Al tasso di interesse piuttosto conveniente bisogna aggiungere la semplicità dell’investimento, la totale assenza di spese e commissioni di qualunque tipo (eccetto i costi di natura fiscale) e la garanzia dello Stato italiano, senza contare che è possibile investire anche somme di denaro bassissime.

Investire su Facebook

Negli ultimi anni il valore di Facebook è cresciuto rapidamente e gli esperti sono concordi nel ritenere che continuerà a salire anche nel corso dei prossimi anni. Per questo gli investitori e tutti coloro che sono soliti giocare in Borsa sono alla ricerca di un modo per puntare parte dei propri soldi sul social network più famoso al mondo.

Investire su Facebook, tuttavia, non è semplice. La quotazione in Borsa della società fondata da Mark Zuckerberg non arriverà prima del 2012, per cui al momento l’unico modo per acquistare azioni di Facebook è farlo su SharesPost e Second Market, oppure in alternativa è possibile rivolgersi a case d’investimento che hanno realizzato dei prodotti che includono quote di Facebook.

Rendimento Buoni Fruttiferi Postali 2011

I Buoni Fruttiferi Postali rappresentano un investimento semplice, sicuro e garantito. Si tratta, infatti, di titoli emessi dalla Cassa depositi e prestiti, garantiti dallo Stato italiano e collocati in esclusiva da Poste Italiane.

Esistono diverse tipologie di Buoni Fruttiferi Postali, i BFP ordinari e i BFPDiciottomesi possono essere sottoscritti sia in forma cartacea (da 50 euro e multipli) che in forma dematerializzata (250 euro e multipli). I BFP Indicizzati all’inflazione, a scadenza e i BFPPremia possono essere sottoscritti esclusivamente in forma dematerializzata (250 euro e multipli), mentre i BFP dedicati ai minori solo in forma cartacea.

Rendimento buoni fruttiferi postali ordinari

I buoni fruttiferi postali ordinari rappresentano un investimento semplice, economico e garantito, al titolare non è infatti richiesta alcuna spesa, viene sempre garantita la restituzione del capitale investito in qualunque momento e, dopo almeno un anno, anche degli interessi maturati fino a quel momento.

Poste Italiane offre diverse tipologie di buoni fruttiferi, le caratteristiche dei buoni fruttiferi ordinari sono una durata massima di 20 anni con un tasso di interesse che cresce del tempo.

Giocare in Borsa

La prima cosa da fare prima di iniziare a giocare in Borsa è tenere ben presente che, sebbene in gergo si usi chiamare così questa tipologia di investimento, non si tratta assolutamente di un gioco in quanto se non si prestano le dovute attenzioni si rischia di perdere tutto nel giro di poche ore.

Le perdite, dunque, possono essere piuttosto ingenti, ma quanto si può guadagnare? E’ una domanda a cui è pressoché impossibile rispondere, perché tutto dipende da diversi fattori, a cominciare dall’abilità nell’acquistare e nel vendere, dall’ammontare dell’investimento iniziale, dall’andamento del valore del titolo, dall’andamento del settore in cui rientra l’azienda e dalle notizie di attualità che influiscono sull’andamento dei mercati.

Investire nei paesi emergenti dopo crisi Libia e Egitto

Le turbolenze che hanno causato la crisi in Egitto e Libia rischiano di frenare la crescita dei paesi emergenti, non è un caso quindi che nelle ultime settimane gran parte degli investitori abbiano spostato parte del loro capitale dalle nuove economie a quelle sviluppate.

Nonostante è inevitabile che il difficile momento che stanno attraversando i paesi della parte settentrionale del continente africano influisca negativamente sulla crescita, i gestori sono concordi nel ritenere che non si può fare a meno di investire nei paesi emergenti.