Mps e Intesa SanPaolo dicono no all’applicazione dei tassi negativi sui correntisti a prescindere dalla loro grandezza: la posizione presa dall’ad di Unicredit Jean Pierre Mustier non sta trovando l’accoglienza che forse lo stesso avrebbe gradito.
No netto ai tassi negativi
Una presa di distanza abbastanza netta quella arrivata da Monte Paschi di Siena che per voce di Stefania Bariatti, presidente del consiglio di amministrazione dell’istituto ha dichiarato, a margine dell’ultima riunione del comitato esecutivo dell’Associazione Banche Italiane (ABI) che Mps non ha mai pensato di prendere in considerazione una simile ipotesi e che diversi altri istituti si comporteranno allo stesso modo.
Una precisazione questa che arriva in seguito alla presa di posizione di Intesa SanPaolo relativamente all’applicazione dei tassi negativi ai conti dei propri correntisti. E’ stato Gian Maria Gros-Pietro, il presidente, a specificarlo sottolineando poi che “sui grandi depositi” l’obiettivo della banca è fornire ai risparmiatori opportunità di investimento apprezzabili.
Unicredit e l’applicazione dei tassi negativi
Ha destato immediatamente scalpore la dichiarazione dell’ad Unicredit relativamente all’applicazione dei tassi negativi sui conti dei clienti la scorsa settimana e le polemiche non si sono affievolite con il passare dei giorni. Ad essere messe sotto scrutinio non sono state solo le intenzioni di scaricare la spesa sugli utenti (cosa che avverrà comunque in tempi da definire, N.d.R.) ma anche il livello scelto per selezionare i conti correnti. Inizialmente infatti Jean Pierre Mustier aveva ipotizzato di applicare i tassi negativi sui conti corrente oltre i 100 mila euro: le reazioni negative ottenute hanno portato a rivedere il limite di partenza sino ad un milione di euro.
Per il momento Unicredit sembra essere l’unica banca intenzionata ad agire in quel modo. Secondo i dati raccolti da Il Sole 24 ore, né Credem né Banco Bpm sarebbero intenzionate a seguire l’istituto di Mustier. Unica voce “quasi” fuori dal coro è rappresentata da Mario Pedranzini, l’ad di Banca Popolare di Sondrio che ha precisato di non aver ancora valutato effettivamente l’idea:
Noi valuteremo. Per ora non abbiamo assolutamente considerato questa ipotesi. Si tratterà di vedere se c’è la possibilità di trasferire questo onere sui prestiti perché da qualche parte il bilancio dobbiamo tirarlo fuori.
Altri, come Banca Generali chiedono “consiglio” al Governo, spingendo eventualmente per una soluzione di concerto presa però a livello istituzionale. Una proposta del genere infatti, secondo il suo ad potrebbe avere una certa validità solo se applicata da tutti e con specifiche regolamentazioni di tutela.