Per quanto riguarda il rendimento, il BTP Italia offre una cedola semestrale indicizzata al tasso dell’inflazione italiana (depurata dell’aumento dei prezzi del tabacco), un meccanismo che dovrebbe quindi garantire la rivalutazione del capitale in base al costo della vita. Tuttavia, a differenza degli altri titoli il cui rendimento è indicizzato all’inflazione, in questo caso l’aggiornamento del capitale non viene effettuato alla scadenza ma ogni sei mesi. Il valore nominale, inoltre, viene in ogni caso garantito alla scadenza, anche in caso di deflazione.
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Per quanto riguarda le previsioni sul fronte del rendimento del BTP Italia, CorrierEconomia ha pubblicato una tabella elaborata dagli analisti di JC&Associati Sim che avanza alcune possibili ipotesi di rendimento del nuovo titolo di Stato. In particolare, immaginando una parte fissa di remunerazione del 2%, il rendimento del BTP Italia varia dal 2,56% in caso di inflazione allo 0,5% annuo fino ad arrivare al 5,96% nel caso di un inflazione del 3,5% annuo.
Se si prende in considerazione la situazione attuale si ha un valore intermedio, dal momento che il tasso di inflazione italiana depurato dell’aumento del prezzo del tabacco a febbraio è stato del 2,9%. Ne deriva quindi che se si ipotizza una quota fissa del 2% la cedola corrente sarebbe del 5,24%.
Sempre sul fronte del rendimento, inoltre, occorre tener presente che i sottoscrittori che manterranno il possesso dei titoli acquistati in sede di collocamento fino alla loro scadenza naturale riceveranno un rendimento aggiuntivo del 4 per mille.