Il Monte dei Paschi di Siena (MPS) e le altre banche italiane non se la passano molto bene in questo momento, almeno a detta di Goldman Sachs che ritiene cruciale il voto sul referendum per definire il futuro degli istituti di credito del Belpaese.
Il prossimo referendum costituzionale, secondo Goldman Sachs sarà il banco di prova per le banche italiane. Si dovrebbe votare tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre per cui entro Natale scopriremo se le nostre istituzioni creditizie andranno in bail in.
All’esito della consultazione referendaria è legato il destino del governo ma anche la salute delle banche italiane. Infatti oltre al voto, nello stesso periodo ci dovrebbe essere l’aumento di capitale di 5 miliardi di euro di Mps. Nel panorama italiano questa banca è un anello debole. Gli analisi di Goldman Sachs dicono che qualora vincesse il No al referendum l’operazione di aumento di MPS sarebbe a rischio. Gli investitori sono di nuovo in ansia, proprio come è successo per il brexit.
La banca d’affari americana spiega nella sua nota che se dovesse vincere il No e c’è un 40% di possibilità che questo accada, non si andrebbe alle elezioni anticipate ma tutte le riforme di cui l’Italia ha bisogno subirebbero una battuta d’arresto. Gli investitori di fronte all’immobilità della situazione potrebbero scegliere di affidarsi a realtà più stabili con un futuro più chiaro.
Il tutto è plausibile visto che la ristrutturazione di Mps dovrebbe avvenire con i fondi pubblici, ovvero azzerando i risparmi di tantissimi italiani attraverso il meccanismo del bail in. Chi è pronto a rischiare così tanto?