Cosa è successo a Deutsche Bank? Tecnicamente il 24 marzo con una transazione swap di soli 5 milioni avrebbe dato il via al crollo di bond e azioni. Ma come è potuto accadere?
Il crollo di Deutsche Bank simile a quello di Credit Suisse?
Al momento le autorità tedesche sono ancora impegnate nel cercare di comprendere come Deutsche Bank sia rimasta vittima di questo crollo incredibile. Ben 1,7 miliardi di capitalizzazione del gruppo sono stati bruciati. E c’è chi sostiene che tutto sia collegabile a una piccola scommessa che avrebbe poi destabilizzato il titolo in borsa.
Perché certo è che si sta indagando sui movimenti dei credit default swap, strumenti utilizzati per trasferire il rischio di credito di un’emittente. La ragione sta nel fatto che sia per quel che concerne la crisi di Credit Suisse sia per il crollo legato a Deutsche Bank questi hanno avuto un ruolo primario. Nel primo caso, ricordiamo, ha preso vita un salvataggio da parte di UBS pari a 3 miliardi di franchi con appoggio governativo.
A ogni modo in tutti e due casi è stato possibile notare un’impennata dei cds single name, ovvero quelli che hanno un sottostante formato da obbligazioni di un solo emittente. Questa è avvenuta contestualmente al calo dei bond e dei titoli, sostenendo il movimento speculativo. L’ipotesi più accreditata al momento è che il movimento degli swap non sia una conseguenza del crollo ma la causa.
Si pensa infatti che tutto sia partito da una operazione in cds nell’ambito del debito subordinato di Deutsche Bank. Al momento non è stato esplicitato quale siano le parti coinvolte o si sia trattato di speculazione o hedging. Si sta studiando anche il ruolo di una transazione del 23 marzo in merito agli swap quinquennali sul debito senior.
Insegnamenti da fare propri
Quel che è certo e che a prescindere ciò che è accaduto è stato in grado di mettere in difficoltà una banca molto solida come Deutsche Bank. Cosa ci insegna questo e soprattutto il fatto che i cds sono ancora una volta coinvolti in problemi di questa tipologia? Di sicuro che vi sia la necessità di vigilare con attenzione.
Nel caso specifico ci troviamo davanti a un istituto di credito dotato di buona liquidità e di una certa resistenza. Forse le conseguenze di ciò che è accaduto a Deutsche Bank saranno meno imponenti di quelle registrate per Credit Suisse.
Allo stesso modo però è impossibile non tenere da conto della necessità di avere uno strumento comune in Europa da utilizzare in questi casi. Proprio come qualche giorno fa sosteneva il presidente di Bankitalia Ignazio Visco nel corso di un’audizione alla commissione Finanze della Camera.