Gli attori coinvolti nella cessione di Pioneer sono Poste Italiane ed Unicredit. Se davvero andrà in porto questo affare c’è da aspettarsi lo sviluppo di alcuni possibili scenari su cui gli analisti inseriscono già dei dubbi. Andiamo con ordine.
Il primo elemento da valutare è la posizione di Unicredit che ha deciso di cedere 570 milioni di sofferenze. In questo modo si prepara ad accettare o meglio a ricevere un’offerta di Poste Italiane rispetto a Pioneer. Il fatto è che questa banca deve rafforzare il suo profilo di credito e limitare l’entità dell’aumento di capitale che gli esperti stimano sia tra i 5 e i 7 miliardi di euro. E quali banche non hanno problemi con questa operazione? Abbiamo già visto quel che pensa Goldman Sachs di MPS.
Mentre Poste Italiane perfeziona l’offerta, Unicredit cede a Balbec Asset Management un portafoglio di crediti in sofferenza. Questa operazione vale 570 milioni di euro lordi. In realtà si tratta di una delle tante operazioni di sfoltimento degli asset non strategici, tra i quali rientrano anche la cessione del 10% di Fineco e Pekao (avvenuta a luglio) e la vendita di Pioneer.
Unicredit però esce adesso da un passaggio molto difficile perché è fallito l’accordo che stava facendo con il Banco di Santander per l’aggregazione. Avrebbe dovuto incassare 3 miliardi di euro cedendo il colosso del risparmio gestito ma l’operazione non è andata a buon fine. Adesso dovrà vedersela con la “fame” d’investimenti di 10 acquirenti, molti stranieri e tante private equity. Tra i soggetti che sembrano maggiormente interessati e prossimi all’affare c’è Poste Italiane. Mancano dei nodi da sciogliere ma entro la prossima settimana dovrà essere definito tutto!