A magggio scorso i prezzi sono scesi fin sotto 1.530 dollari, che equivale a una perdita di oltre il 25% dai top assoluti. Attualmente l’oro si muove tra 1.580 e 1.600 dollari, mostrando scarsa direzionalità. I movimenti migliori verso l’alto arrivano dopo qualche dato americano negativo, che fa aumentare la speculazione in vista di un possibile piano di quantitative easing della Federal Reserve. Tuttavia, quando Bernanke fa intendere che non è allo studio alcun QE3, l’oro crolla spesso in modo violento.
Molti analisti finanziari, però, credono ancora nel prezioso metallo. Ci sono alcuni guru del settore che ritengono sia possibile nuovamente l’acquisizione dello status di “bene rifugio” in tempi di crisi. Ad esempio, secondo Neil Meader di Thompson Reuters GFMS, la quotazione dell’oro potrebbe superare quota 2.000 dollari l’oncia già entro fine anno a causa di possibili nuove pressioni inflazionistiche e per i problemi legati alla crisi dell’euro. Difficile dire se la previsione potrà o meno avverarsi.
Ad ogni modo tenere una piccola quota di oro nel proprio portafoglio per aumentare la diversificazione non sembra affatto una cattiva idea. Esistono diversi modi per investire in oro: monete, lingotti, futures, derivati, Etf, Etc, certificates, depositi e conti, covered warrant. A Piazza Affari l’Etf più scambiato è l’Etfs Gold, mentre tra gli Etc troviamo il Lyxor Gold che replica l’andamento di 1/10 di oncia troy di oro. E’ possibile anche acquistare oro “fisico” e conservarlo in un caveau, come proposto da Banca Etruria, oppure aprire Conto in Oro (sempre proposto dalla banca toscana), dove l’unità di misura è espressa in once d’oro finanziario (1 oncia = 31,1 gr.).