Negli ultimi sei anni la crisi ha modificato la scelta nel settore investimenti degli italiani. La Consob rileva come oggi la gran parte dei risparmi sia raccolta nei depositi e strumenti a bassissimo rischio> Il dollaro Usa un ripresa verso l’euro
La crisi ha fortemente cambiato le scelte di investimento degli italiani. Infatti lo stato di insicurezza delle famiglie italiane dipende in linea retta dal clima molto brutto che c’è nei mercati dallo scoppio della crisi dei mutui subprime in poi. Gli italiani quindi hanno trasferito le loro preferenze di investimento in settori dove il pericolo è molto basso, prediligendo quindi i conti deposito e le attività meno pericolose a sfavore dell’investimento in azioni e in fondi comuni.
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Non è bastante esaminare nei bilanci del campione degli investitori medi – un insieme che non include le famiglie più abbienti e si avvicina di più alla composizione media della popolazione – dove si trova un altro segnalatore di disagio, quello dell’aumento dell’indebitamento. E infatti, dal 1999 alla fine del 2013 sono duplicate le passività finanziarie in percentuale del reddito disponibile: l’ultimo valore è pari all’80% mentre quello di partenza era del 40%. Al contrario il fatto reale è che gli italiani rimangono in generale i meno indebitati in Europa, anche se dal 2008 in poi la distanza con gli altri paesi europei si è ridotta, in particolare con i tedeschi (che hanno diminuito negli ultimi anni il loro livello di indebitamento) mentre è aumentata rispetto agli anni passati la quota di debiti contratti da francesi e spagnoli.