Banca Carige perde il sostegno Cassa Centrale Banca: l’istituto che avrebbe dovuto comprare la banca genovese ha infatti deciso di ritirarsi dall’accordo siglato nell’inverno del 2019, lasciando di fatto il gruppo senza un potenziale compratore.
Carige una banca sana ora
In due anni sono cambiate molte cose: Banca Carige è divenuta un istituto sano, con pochi crediti deteriorati e un bilancio importante. Non avrebbe bisogno di un salvataggio vero e proprio, ma di certo necessita di un compratore che acquisti l’80% del capitale attualmente in mano a Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi. La notizia di questo abbandono, dopo tante voci che si sono rincorse, è stata data direttamente dal Fondo interbancario, il quale ha preso atto del fatto che il consiglio di amministrazione di CCB non era più intenzionato a procedere “nell’esercizio dell’opzione di acquisto della partecipazione” della quota di Carige detenuta dal Fondo e dallo Schema volontario.
Questa decisione è principalmente nata per via degli effetti della pandemia di coronavirus sull’economia italiana ed europea: la paura dell’Istituto trentino è quella che le conseguenze della diffusione del virus possano colpire ancora in modo netto e importante le risorse di Carige, ma non è l’unica spiegazione di questo ritiro: è infatti emerso che alcune banche territoriali di Cassa Centrale Banca presentano da tempo delle perplessità relative alla tenuta dell’Istituto e che abbiano paura di dover cedere del capitale alla luce di un potenziale peggioramento degli indici di patrimonio del loro gruppo, nel caso in cui fosse stata completata l’acquisizione di Carige.
L’accordo siglato nel 2019 per Carige
L’accordo siglato da Carige, Fitd e CCB era ovviamente basato sull’aumento di capitale da 700 milioni e dal fatto che la ricapitalizzazione avvenuta aveva in pratica azzerato il potere dei vecchi soci, famiglia Malacalza compresa (era la prima azionista fino a quel momento, N.d.R.), dando spazio allo Schema volontario e al Fitd di poter acquisire quasi il 80% del capitale dell’istituto genovese, lasciando un 8,34% alla banca trentina, la quale aveva acquisito l’opzione di poter acquistare le quote degli altri due soci.
Un accordo che pre pandemia era ovviamente perfetto per salvare Banca Carige e i suoi risparmiatori, ma a che ora ha iniziato a stare stretto a CCB, la quale ha preferito optare per ritirarsi dall’opzione.
Ora Banca Carige dovrà trovare un nuovo acquirente per le quote in mano al Fondo interbancario, il quale non sembrava troppo scioccato dalla potenziale possibilità, dato che ora la banca genovese è senza dubbio un istituto in grado di poter trovare un acquirente valido senza dover contare su possibili aiuti statali. Allo stesso tempo però non si può non pensare che questo possa diventare un nuovo cruccio per il ministro dell’economia Daniele Franco e per il governo di Mario Draghi, già impegnati nel trovare una banca che sia in grado di prendere le quote in loro possesso di Monte dei Paschi di Siena.