Chi intende sottoscrivere dei Buoni fruttiferi postali, tuttavia, deve seguire alcune semplici regole al fine di ottimizzare al massimo i propri rendimenti ed evitare brutte sorprese.
A riguardo, in particolare, gli esperti consigliano in questo momento di tenersi alla larga dai Buoni fruttiferi indicizzati a scadenza e dai BfpPremia, in quanto si tratta di strumenti che seguono l’andamento delle Borse europee e che quindi risentono della situazione attuale. In questa fase di mercato risulta infatti più conveniente sottoscrivere Buoni fruttiferi postali a 18 mesi (BfpDiciottomesi), che alla scadenza offrono un rendimento netto del 2,17% nella versione classica e del 2,43% nella versione “plus”. Si tratta infatti di rendimenti che nel caso dei Buoni fruttiferi postali ordinari sono riconosciuti solo dopo il 10° e il 13° anno.
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Chi intende parcheggiare i propri risparmi nei Buoni fruttiferi postali, inoltre, deve prestare particolare attenzione all’adeguamento ritardato dei tassi di interesse, in quanto l’aggiornamento avviene solo ad inizio mese, per cui in una fase di rialzo dei tassi di interesse restano in vendita ancora dei buoni fruttiferi che offrono rendimenti inferiori rispetto a quelli offerti dai titoli di Stato. Quando ci si accinge ad acquistare un buono fruttifero alla fine del mese è bene quindi informarsi sulle aspettative sui tassi.
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Bisogna inoltre prestare attenzione nel caso in cui si voglia chiedere il riscatto anticipato. In questo caso, infatti, Poste Italiane garantisce sempre la restituzione del capitale iniziale e degli interessi maturati fino a quel momento, tuttavia bisogna tener presente che gli interessi maturati vengono corrisposti sono dopo che sia trascorso un determinato periodo di tempo dalla sottoscrizione, in particolare 12 mesi per i buoni ordinari, 18 mesi per quelli dedicati ai minori, indicizzati all’inflazione e a scadenza, 24 mesi per i BfpPremia e 6 mesi per i BfpDiciottomesi.