Cosa sta succedendo al Brasile? In tv si continua ad assistere a immagini di scontri, violenze e proteste contro le spese sostenute dal governo per l’organizzazione della Confederations Cup e dei Mondiali di Calcio del 2014. Inoltre, la gente è scesa in piazza per contestare l’aumento dei prezzi dei biglietti nel settore del trasporto pubblico, che poi il governo ha provveduto a cancellare. Il Brasile, uno dei grandi paesi emergenti in forte crescita, ha improvvisamente rallentato sperimentando anche un sensibile aumento del rischio-paese.
L’economia brasiliana cresce sempre a ritmi sostenuti, ma il rallentamento è evidente. Inoltre, di recente la Banca Centrale brasiliana è dovuta intervenire con un rialzo dei tassi di interesse all’8% per allontanare i rischi di inflazione, lo spauracchio che da decenni non fa dormire sonni tranquilli ai policy makers carioca. L’inflazione è appena pochi decimi di punto sotto il target del 6,5%, su base annua, del governo brasiliano.
► BRASILE ALZA I TASSI ALL’8% PER FRENARE L’INFLAZIONE
Nel 2013 il pil di Brasilia dovrebbe crescere solo del 2,5%, con un forte ridimensionamento rispetto al passato. Intanto, a preoccupare è l’aumento del rischio-paese, il crollo della moneta e la fuga di capitali. A quanto pare il paese sudamericano sta puntando tutto sui contratti derivati per tenere la situazione sotto controllo. A giugno il Banco do Brasil ha già speso quasi 6 miliardi di dollari per difendere il real.
► SU QUALI VALUTE EMERGENTI INVESTIRE NEL 2013
Tuttavia, soltanto metà di questa cifra appare nei dati ufficiali delle riserve. Il resto infatti è stato convertito in uno “swap cambial futures”, con riscatto previsto ad agosto e settembre. Il paese è finito sotto il tiro degli speculatori internazionali e le riserve iniziano a diminuire velocemente e soprattutto pericolosamente. Nell’ultimo mese il real ha perso quasi il 10% sul dollaro americano.