Acquisto azioni europee consigliato da Exane nella seconda parte del 2013

L’annuncio della FED di azzerare il piano di quantitative easing entro metà del 2014, iniziando a ridurre gli acquisti di titoli di stato e altre securities già da fine 2013, ha spinto gli investitori istituzionali a rivedere le proprie strategie in ottica di riposizionamento di portafoglio. Secondo Emmanuel Kragen, global economist & strategist per Exane Derivatives, nei prossimi mesi si presenterà uno scenario decisamente diverso tra le due sponde dell’Atlantico. Negli Usa è attesa una normalizzazione del mercato dei tassi.

Lo strategist del broker francese si aspetta che i tassi americani possano essere alzati dalla FED a partire da inizio 2015, a completamento di un trend di normalizzazione del mercato dei tassi in corso già da alcuni mesi. In Europa le pressioni deflazionistiche e lo scenario di rallentamento economico, o addirittura di recessione in alcuni paesi, dovrebbero permanere ancora a lungo. In vista di una futura ripresa economica, potrebbe esserci la tanto attesa rotazione settoriale dai bond alle azioni.

Nell’arco di 6-12 mesi gli investitori dovrebbero iniziare a spostare i loro capitali dall’obbligazionario governativo all’azionario. In tale ottica, secondo l’esperto di Exane, “appare interessante iniziare ad avere una posizione long sul mercato europeo, la cui valorizzazione è, in relativo, interessante rispetto al mercato americano”. Le borse europee potrebbero essere, dunque, la grande sorpresa dei prossimi mesi. Kragen fa notare che gli ultimi dati macroeconomici sono incoraggianti.

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Secondo il guru di Exane, potrebbe aprirsi una bella finestra di opportunità dopo le elezioni tedesche, “a seguito delle quali si potrebbe assistere al lancio di un QE da parte della Bce”. Alla Exane preferiscono puntare sulle azioni britanniche, grazie al loro carattere difensivo e al miglioramento dell’economia inglese. Due giorni fa, invece, Société Générale aveva consigliato di puntare sull’azionario di Italia e Spagna, ma meno su quello tedesco, dopo l’annuncio delle strategie di politica monetaria della FED.