Lo strano crollo improvviso del dollaro Usa

Erano passati pochi minuti dopo le nove del mattino di ieri quando l’eurodollaro strappava sopra i massimi precedenti a 1,3890, così come il cable sopra 1,6920 e l’aussie oltrepassando l’ottimo livello di 0,9315.

Questi gli esempi più emblematici dei flussi di liquidità in vendita di dollari americani che sono andati innescandosi dall’apertura delle Borse europee di ieri, con il FXCM Dow Jones Dollar Index che ha violato l’area di supporto a 10.430 punti salvo poi estendere il movimento anche al di là dell’importante soglia dei 10.400 fino a punti di minimo attorno a 10.380.

La banca Centrale Australiana non modifica i Tassi di interesse

 

La domanda che sorge spontanea è naturalmente del perché una simile dismissione di biglietto verde a distanza di 5 giorni dalle comunicazioni del FOMC che hanno, oltre che ridotto ancora gli importi mensili del QE3, spiega l’analista di DailyFx, di fatto messo in luce una situazione in costante miglioramento dell’economia a stelle e strisce e della conseguente e prudente politica monetaria; ma soprattutto il perché di una tale debolezza quando qualche giorno prima il Labour Department of Statistics ha reso noto che i posti di lavoro creati nel mese di aprile sono stati quasi 300mila e che il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% sui livelli del 2008 pre-crisi. Beh francamente anche da parte nostra trovare una risposta univoca e “colpo sicuro” non è facile e si potrebbe banalizzare affermando che è l’euro che continua a mostrarti troppo forte per via dell’anomalia della sua banca centrale, che la sterlina è sostenuta per via dei suo brillanti indicatori macroeconomici e che le oceaniche vengono comprate per via degli alti rendimenti che offrono e che ancora consentono operazioni in guadagno sui differenziali tasso.