La Turchia è stata presa di mira dalle vendite sui suoi prodotti finanziari dopo i recenti scandali a che hanno minato la compagine politica che non hanno fatto altro che aggravare la crisi economica già presente nel Paese.
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Dall’inizio del nuovo anno la moneta della Turchia ha insistito nel suo trend ribassista, come spiega la ricerca condotta da Rbs Bank, ripetutamente aggiornato i minimi storici rispetto al dollaro Usa con cross Dollaro/Lira salito fi no ad area 2,19 il 6 gennaio scorso. La divisa turca nel 2013 è risultata la peggiore valuta dell’area Emea con un saldo negativo di oltre il 20 per cento rispetto al dollaro. Nel solo mese di dicembre la Lira è stata la peggiore tra le 24 valute emergenti monitorate da Bloomberg con un calo superiore ai 7 punti percentuali. Lo scaldalo corruzione scoppiato nella seconda metà di dicembre ha contribuito ad affossare la valuta di Ankara con una fuga dai titoli di Stato.
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Il rendimento del bond biennale turco è tornato sopra la soglia psicologica del 10 per cento con gli investitori stranieri che nelle ultime tre settimane sono stati venditori netti di bond turchi per un totale di 1,92 miliardi dollari di defl ussi dallo scoppio dello scandalo corruzione. In totale i titoli obbligazionari dollari, il livello più basso dall’agosto 2012. I maggiori timori sul mercato sono di un ulteriore deterioramento della situazione politica. Nei prossimi mesi sono inoltre in programma importanti scadenze elettorali (a fi ne marzo le elezioni amministrative nelle principali città del paese e ad agosto le elezioni presidenziali) con il partito di Erdogan ancora in testa nei sondaggi ma con consenso in deciso calo.