Questi strumenti nati alcuni anni fa, sono sostanzialmente fondi comuni di investimento, come dice il loro nome Exchange traded fund negoziati in Borsa e caratterizzati da una gestione passiva, che specifica che in pratica replicano fondamentalmente il trend di uno particolare indice, ad esempio la Borsa americana o il prezzo del rame.
Adoperando un Etf, l’investitore retail può operare senza sforzo e con spese basse in uno specifico mercato finanziario o asset class, come le azioni, materie prime o le obbligazioni
>Speculare sulle valute collegate alle commodity
Questi strumenti hanno le stesse caratteristiche delle azioni, ma si distinguono dai fondi comuni, per la loro negoziazione continua, quindi si può acquistarli o venderli anche nella stessa giornata o addirittura più volte nel corso della giornata, in modo semplice.
Le commissioni di gestione sono piuttosto ridotte. Non è prevista alcuna commissione di ingresso, di uscita o relativa alla performance. Il lotto minimo negoziabile è quello di una azione/quota.
> Quotazione metalli preziosi
Qualora venga acquistato e mantenuto integralmente per un anno, le commissioni totali annue (il TER) si attestano come massimo all’1,5% e devono essere corrisposte in proporzione al periodo di possesso dell’Etf.
Anche per gli Etf, come per i fondi comuni e le SGR (società di gestione del risparmio), il patrimonio è autonomo e totalmente diviso da quello dell’emittente. Questa è una delle caratteristiche più importanti poiché rende quasi nullo il rischio emittente, offrendo una maggiore sicurezza rispetto ad altre forme d’investimento. In questo momento questi strumenti incontrano sempre di più il favore sia degli investitori istituzionali sia dei privati.