Camfin opa a 0,8 euro per azione

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Dopo diversi giorni di trattative serrate, è arrivato il tanto atteso divorzio tra Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza. Le due parti, finalmente, hanno raggiunto l’accordo per sciogliere la Gpi e ritirare dal mercato la Camfin; ovvero le due società che garantiscono il controllo della Pirelli.

L’operazione è avvenuta in quattro passaggi ben precisi, e ha visto Tronchetti Provera spuntarla sulla famiglia Malacalza, forte dell’appoggio di Moratti, della famiglia Acutis e di quella dei Rovati. Prima si è puntato alla scissione della Gpi con Tronchetti Provera che ha avuto tra le mani il 29,5% di Camfin e i Malacalza il 13,19, che con il 12,37% già in loro possesso sono arrivati al 25,56%.

Il 29,5% in possesso di Tronchetti Provera viene conferito in una nuova società che prevede appunto, l’ingresso di nuovi soci, come detto in precedenza, nella fattispecie la famiglia Acutis co il 4% e i Rovati con il 2%; arrivando così ad avere a disposizione il 35,5% di Camfin. Per portare questa operazione in porto, è stata creata una nuova società chiamata Lauro 61, che nasce appunto con l’apporto dei nuovi soci e delle loro quote, e i soldi delle banche.

Unicredit e Intesa, verseranno ben 41 milioni di euro a testa, per portarsi a casa una quota del 10,7%, mentre saranno 91 i milioni di euro che verserà il fondo Clessidra di Claudio Sposito per ricevere una quota del 23,8%. Proprio questi soldi freschi, saranno indispensabili per poter lanciare sul mercato un’Opa a 0,8 euro per ogni azione Camfin. Nel caso in cui tutti risultassero concordi aderendo all’offerta, il fondo Clessidra dovrà sborsare 150 milioni e le banche 115 milioni a testa.

Lo scenario era abbastanza delineato, con la famiglia Malacalza che ha avuto un attimo di titubanza se aderire o no all’Opa, per poi virare senza mezzi termini sulla vendita di entrambe le partecipazioni in Camfin. La decisione di vendere le quote è scaturita anche dal fatto che Tronchetti Provera aveva dalla sua l’appoggio della famiglia Moratti, con il loro 2,5% di Camfin, oltre al 4% già citato della famiglia Acutis; così da avere in mano il 40% della società che controlla Pirelli.

Dunque bastava solo un 10% per mettere alle corde i rivali della famiglia Malacalza, rendendoli innocui, e quindi non nelle condizioni di poter formulare una contro Opa. Per questo motivo la famiglia Malacalza non ha potuto fare altro che vendere. Ora tutto è nelle mani di Tronchetti Provera, ed se ne riparlerà tra quattro anni, quando si dovrà ridiscutere nuovamente tutto.