Le fibrillazioni dei mercati internazionali hanno determinato le cronache dei giornali internazionali negli ultimi tre anni di crisi. Tutto iniziò con la crisi della Grecia, che a macchia d’olio si è allargata a tutti gli stati europei denominati PIGS, acronimo per indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Il contagio ha colpito prima anche l’Irlanda, ma le modeste dimensioni del paese non hanno fatto tremare nessuno, salvo poi ripensamenti quando la crisi si è estesa a macchia d’olio anche a giganti europei ed internazionali come l’Italia, il cui crollo avrebbe rappresentato un colpo secco all’intera economia mondiale. In questi anni sono venute alla ribalta numerose agenzie di rating, come Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.
Queste agenzie hanno più volte declassato il rating dei titoli di stato italiani e gli outlook per l’economia del nostro paese. Le attività di queste agenzie non regolate sono in grado di influenzare il comportamento degli investitori e mettere in stato di tensione un intero paese semplicemente con la pubblicazione di una nota di previsione. Per questo motivo sono entrate nell’occhio del ciclone e additate dallo stesso presidente degli Stati Uniti Obama che ha dichiarato loro guerra.
Adesso giunge un altro declassamento per l’Italia, questa volta dall’agenzia cinese di rating Dagong. Le previsioni per il futuro non cambiano e al tempo stesso l’agenzia sembra chiudere la finestra a ogni scenario ottimistico.
Durante la presentazione a Milano del nuovo ufficio europeo della agenzia Dagong, il suo presidente Guan Jianzhong non ha lasciato intravedere alcuna prospettiva positiva sul futuro del nostro paese. Il numero uno di Dagong ha risposto ai giornalisti sul caso italiano e ha affermato che non è possibile fare previsioni sul rating italiano in quanto ogni miglioramento appare improbabile visto che l’economia è stagnante e non ci sono le riforme e le condizioni per una svolta strutturale dell’economia nazionale.
Il rating di Dagong sull’Italia è BBB con outlook negativo. Il livello BBB negativo era arrivato dopo il declassamento della stessa agenzia effettuato nel 2011 a causa dei rischi strutturali e del sistema bancario nazionale.