Giornata molto differenziata nelle principali borse mondiali in una seduta dominata dai dati sotto le attese arrivati dall’economia statunitense. Le vendite al dettaglio hanno continuato a scendere a gennaio, inasprendo i timori di un rallentamento vistoso per l’economia Usa nel primo trimestre dell’anno spiega Vincenzo longo di Ig. Queste figure, unite a quelle poco incoraggianti arrivate dai non farm payrolls, stanno iniziando a pesare sul sentiment degli investitori e da qui sono arrivate le vendite sul biglietto verde. Giorno dopo giorno aumentano le probabilità di un rinvio del tapering nel meeting di marzo.
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Movimenti interessanti ci sono stati sui cambi contro il dollaro australiano, che ha perso molto terreno dopo i brutti dati sul mondo del lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito al 6% a gennaio, livelli che non si vedevano da luglio 2003. Ciò ha riaperto la possibilità di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale (RBA).
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Sul fronte britannico, il forte apprezzamento della sterlina di ieri, dopo l’Inflation Report della BoE, sembra essersi arrestato oggi. Carney ha deciso di abbandonare il tasso di disoccupazione come parametro di riferimento di politica monetaria per affidarsi a una serie di indicatori. Il numero uno della BoE ha anche precisato che verranno eliminate tutte in essere prima di alzare i tassi.
Sull’euro, domani gli operatori torneranno a monitorare i dati sulla crescita del 4° trimestre dell’eurozona. Si tratta di un elemento chiave sottolineato da Draghi nel corso dell’ultimo che potrebbe impattare sulla scelta dello strumento di politica monetaria che sarà attivato a marzo.