Arrivano nuove buone indicazioni per l’economia del Giappone, che deve però fare i conti con le difficoltà della Cina e con le aspettative di riduzione del piano di stimoli monetari della FED. Stanotte l’indicatore Tankan della Bank of Japan ha evidenziato a giugno il miglior risultato da marzo 2011. Il dato è salito a +4 punti da -8 punti di maggio. Il deciso miglioramento del Tankan riflette il maggiore ottimismo delle imprese manifatturiere nipponiche, circa le prospettive del business per il periodo aprile-giugno. Sul forex resta debole lo yen.
Il tasso di cambio dollaro-yen è salito sui massimi da oltre tre settimane, tocando quota 99,55. I prezzi sembrano sempre più diretti verso la soglia psicologica di area 100, dove però inizialmente dovrebbero incontrare una forte opposizione dei venditori. In rialzo anche il cross euro-yen, che stamattina ha toccato un massimo di giornata a 129,70. Il cambio potrebbe allungare ulteriormente, in caso di breakout esplosivo di 130.
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La debolezza dello yen fa da contraltare alla positività evidenziata dalla borsa di Tokyo. L’indice azionario Nikkei-225 ha chiuso la prima seduta di borsa del mese di luglio con un progresso dell’1,36% a 13.852,50 punti. L’indice era però sceso a 13.526 punti nel corso della seduta. A creare difficoltà alla borsa giapponese ci ha pensato il brutto dato sull’attività manifatturiera in Cina, diminuita per il secondo mese consecutivo.
L’indice PMI manifatturiero cinese, calcolato da HSBC, a giugno è sceso a 48,2 punti dai 49,2 punti di maggio. Il risultato preliminare era stato di 48,3 punti. La produzione manifatturiera cinese è ai minimi da settembre 2012. La borsa di Shanghai ha comunque chiuso con un lieve rialzo dello 0,08%, mentre ha fatto meglio l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong che ha registrato un progresso dell’1,7%.