Sono molti i segnali di mercato che lasciano presagire quanto segue: si procede verso un lieve (e inaspettato) rafforzamento dell’euro. La valuta, come si sa, soffre ormai da anni il confronto con dollaro, sterlina e yen.
Tuttavia, qualcosa sembra stia cambiando. Di cosa parliamo? E quali sono le dinamiche che hanno condotto a questa piccola modifica per la moneta europea. Occorre esaminare la situazione nei minimi dettagli e chiamare ancora una volta in causa l’Eurotower, Mario Draghi e dunque la Bce.
Già prima dell’avvio del Quantitative Easing l’Euro aveva improntato il suo andamento a una chiara discesa nei confronti del dollaro: mentre la ripresa americana spingeva al rialzo il biglietto verde, l’intervento di politica tanto atteso, già prima del suo effettivo avvio aveva determinato un chiaro indebolimento dell’Euro, accentuatosi nel momento in cui laBCE ha iniziato ad acquistare effettivamente titoli di stato dei PaesiUE (all’inizio di questo mese).
Il trend ribassista dell’Euro ha fatto presagire la parità col dollaro entro pochi mesi, non solo, le previsioni più ottimistiche hanno fatto credere ad alcuni prestigiosi analisti finanziari che l’Euro sarebbe sceso presto al di sotto della soglia di parità col dollaro. Nel frattempo l’euforia dei mercati, almeno di quelli europei si è fatta sempre più consistente: sono soprattutto le piazze di Milano, Francoforte e Parigi ad aver incassato i maggiori rialzi dall’inizio dell’anno, meno contenuti gli scambi avvenuti a Madrid e a Londra, mentre la borsa americana segna un andamento pressoché piatto.
C’è una correlazione in questi movimenti? E perché l’Euro ha ripreso a salire contro ogni aspettativa?
Nei prossimi giorni si capirà se queste domande potranno avere una risposta.