Debolezza per il dollaro e per le criptovalute. Il biglietto verde continua a risentire dei licenziamenti del presidente Trump. Che dopo aver cacciato Tillerman, manda via anche il suo consigliere per la sicurezza nazionale, H.R. McMaster, secondo il Washington Post, anche se è già arrivata la smentita dalla Casa Bianca.
Ma tanto basta per far cadere ancora il dollaro, che si era già indebolito. Irritazione dei partner europei e asiatici, che vedono in pericolo le loro esportazioni, sia per la situazione valutaria, che per le minacce, applicate e solo dichiarate, di dazi doganali.
D’altra parte, il dollaro debole faciliterà l’applicazione di questi dazi, secondo alcuni economisti. Il Giappone dunque si deve arrendere allo yen forte, considerato un bene rifugio. Stamattina, l’indice del dollaro segnava quota 89,999 (-0,2%).
Criptovalute
Anche il mercato delle criptovalute continua a soffrire, con le continue notizie di blocchi da più parti. L’ultima tegola è il blocco della pubblicità ordinato anche da Google, per le varie piattaforme. È una debolezza generale che sembra non lasciare il mercato da gennaio, quando era ai suoi massimi. Addirittura Ripple ha perso il 75% della sua capitalizzazione, e Bitcoin si avvicina sempre più agli 8000 dollari, quotazione di ottobre.