E’ successo tutto ieri sera. Prima la decisione della FED di azzerare il piano di Quantitative Easing lasciando invariato il costo del denaro al minimo storico, poi le decisioni della RBNZ. La Reserve Bank of New Zealand, infatti, ha annunciato il proprio piano di politica monetaria.
Da Wellington, l’istituto ha fatto sapere che i tassi di interesse in Nuova Zelanda rimarranno stabili al 3,5% coerentemente con le aspettative degli analisti finanziari.
Al termine di una serie di aumenti riguardanti il cash rate, la Reserv Bank ha infatti deciso di frenare sulla stretta monetaria per via del rallentamento della crescita del tasso di inflazione. In confronto ai precedenti standard, non ci sono state indicazioni da parte del Governatore Graheme Wheeler circa possibili rialzi in futuro per i tassi. Al contrario, Wheeler ha lasciato intendere che per un periodo non ci saranno ne aumenti nè decurtazioni per il costo del denaro.
Successivamente, il Governatore della RBNZ ha dichiarato che il dollaro neozelandese mantiene quotazioni ingiustificamente elevate, che appaiono come un freno per la crescita economica dello Stato e che tuttavia essa resta molto più che sostenuta.La Reserve Bank of New Zealand attende ora nuovi deprezzamenti della propria valuta, in particolar modo dopo la forte discesa dei prezzi delle commodity e per la maggiore instabilità sui mercati finanziari che spinge gli investitori a preferire le valute rifugio e ad evitare l’apertura di grosse posizioni in carry trade.
Sul mercato del forex il tasso di cambio NZDUSD è stato respinto ieri poco prima di approdare a 0,7980. Da qui è scattata una serie di cessioni, che ha indotto il Kiwi fino in area 0,7770. Il segnale tecnico di ieri, decisamente bearish, dovrebbe favorire una nuova discesa delle quotazioni almeno fino al test del supporto di area 0,77. In caso di breakout ribassista, il target successivo è intorno a 0,7450.