Sul forex è tornata la voglia di comprare dollari americani, in una fase storica in cui continua ad aumentare il gap di competitività economica tra il gigante a stelle e strisce e le altre potenze occidentali. A partire da ieri pomeriggio il biglietto verde ha ripreso la sua marcia rialzista, favorito dall’ottimo dato relativo alle nuove richieste di sussidi settimanali di disoccupazione, diminuite di altre 4mila unità a 323mila. Si tratta del livello più basso da gennaio 2008, che si somma a quello della disoccupazione scesa ai minimi degli ultimi 5 anni.
Il dato sui jobless claims è risultato anche migliore delle attese degli analisti finanziari, che si aspettavano un peggioramento della situazione con un incremento delle richieste di sussidi a 336mila unità. La media mobile delle ultime quattro settimane è scesa la scorsa settimana di 6.250 unità a 336.750 ai minimi dal 2007. Questo dato viene considerato molto più attendibile, in quanto risulta meno volatile.
Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è stato respinto ancora una volta a contatto con l’area di resistenza compresa tra 1,3180 e 1,32. Da quel momento i prezzi sono scesi vistosamente fino a perforare il supporto di 1,3030. Le quotazioni sono scese fino a 1,3009. In caso di breakout ribassista esplosivo di 1,30, è molto probabile una discesa dei prezzi almeno fino a 1,2950. Intanto, il dollaro supera quota 100 yen ai massimi da 4 anni, toccando un top intraday a 101,19.
La forza del greenback è evidente anche su altre valute. Ad esempio troviamo il dollaro australiano verso parità con dollaro Usa e il tasso di cambio sterlina/dollaro verso 1,54. Intanto ieri Wall Street, pur aggiornando ancora nuovi record, ha ripiegato leggermente complice proprio la forza del dollaro sui mercati valutari.