Il rublo è ancora in difficoltà. La divisa russa sta per raggiungere nuovi minimi storici. A poco sono valse le decisioni da parte della Banca centrale di aumentare i tassi di interesse al 9,5% rispetto al precedente 8%.
Gli effetti che si desiderava ottenere non sono ancora arrivati e dunque l’andamento del cambio per la moneta è ancora debole in confronto a euro e dollaro.
Nella giornata di venerdì 31 ottobre il governatore Elvira Nabiullina aveva preso alla sprovvista gli investitori e gli analisti, elevando il costo del denaro di 150 punti base. Le attese del mercato erano per un aumento di cinquanta punti base, mentre solo pochi economisti avevano indicato in 100 punti base il possibile aumento dei tassi in Russia. La banca centrale di Mosca pare dunque esaurire tutte le cartucce a sua disposizione al fine di bloccare il crollo della divisa, dopo aver speso solo a ottobre ben 27 miliardi di dollari.
A questa somma vanno aggiunti i 40 miliardi di dollari che l’istituto russo ha già speso quest’anno, a partire dall’inizio delle tensioni sul fronte ucraino. Durante i primi nove mesi del 2014 dalla Russia sono fuoriusciti già più di ottantacinque miliardi di dollari, mentre lo scorso anno i deflussi di capitali avevano raggiunto la già consistente cifra di 61 miliardi di dollari. La svalutazione del rublo (-27% sul dollaro negli ultimi tre mesi) è dovuta alle difficoltà mostrate dall’economia russa, alle prese con una pericolosa fuga di capitali dovuta alla crisi geopolitica con Kiev.
Il Cremlino deve fare i conti con le pesanti sanzioni commerciali e finanziarie, inflitte dall’Occidente dopo l’annessione della Crimea e la crisi con l’Ucraina, ma anche con il crollo delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali. Al momento, sul forex il tasso di cambio USDRUB quota intorno a 43,42, appena sotto il massimo storico di 43,61 toccato nella sessione di giovedì scorso.