Al termine di un periodo caratterizzato da una numerosa serie di cessioni, la sterlina sta provando a reagire. Le cessioni sono state caratterizzate dagli ultimi dati riguardanti l’inflazione nel Regno Unito. Dati che lasciano facilmente prevedere il rinvio dell’incremento dei tassi di interesse in confronto alle precedenti linee guida rilasciate dalla Bank of England. Nel mese di settembre, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato soltanto dell’1,2% su base tendenziale in confronto all’1,5% precedente. Malgrado il miglioramento del tasso di disoccupazione, calato al 6% (oltre le previsioni), l’economia del Regno non ha fatto registrare gli stessi ottimi risultati della prima parte di anno.
Non è un caso che la BoE potrebbe decidere di rinviare il primo ritocco al rialzo del costo della valuta, che in Gran Bretagna è ai minimi storici dello 0,5% dal 2009. Il Regno Unito è ancora convalescente dopo aver sofferto a lungo per il referendum inerente all’indipendenza della Scozia. Intanto, a maggio 2015 ci saranno anche le elezioni nel Regno Unito, per cui l’aumento dei tassi potrebbe essere procrastinato di diversi mesi.Questo il parere degli economisti sull’attuale situazione nel Regno Unito.
La Bank of England non sarà la prima grande banca centrale ad aumentare i tassi di interesse, come invece si pensava fino a qualche settimana fa. Tra l’altro anche la Federal Reserve non sembra più convinta di accelerare sulla stretta monetaria, considerando che i mercati finanziari sono apparsi subito isterici sulle aspettative di stretta sui tassi più veloce del previsto. Questo scenario fa sì che il pound continui a mostrare alti e bassi significativi, registrando qualche passo falso anche contro il bistrattato euro.