Sullo yen incombeva da giorni un fiscal cliff à la giapponese, all’indomani dei dati sul pil che avevano evidenziato un crollo dello 0,9% su base trimestrale e del 3,5% su base annuale (il dato peggiore da marzo 2011). I partiti di governo e di opposizione giapponesi hanno trovato un accordo per approvare in parlamento entro fine mese una legge per finanziare il deficit di bilancio e per evitare che il paese si ritrovi clamorosamente senza soldi a fine novembre.
Grazie a questa legge il governo nipponico potrà prendere a prestito sui mercati 39.000 miliardi di yen, ovvero il 40% del deficit annuale del paese. Il Giappone eviterà così anche la scure delle agenzie di rating, che da tempo hanno messo sotto osservazione il paese per possibili downgrade. Con questo accordo le emissioni obbligazionarie saranno garantite fino ad aprile 2015. La notizia ha fatto crollare lo yen sui mercati valutari, a causa di particolari meccanismi di correlazioni intermarket.
Sul Forex il tasso di cambio dollaro/yen è volato fino a 80,10, tornando praticamente sui massimi a sette giorni. In forte rialzo troviamo anche il cambio euro/yen, che è salito fin sopra 102, dopo che ieri i prezzi erano atterrati sui minimi a un mese a 100,32. Vola anche sterlina/yen, tornato sopra quota 127. Tuttavia, per lo yen resta aperta la problematica relativa alla sostenibilità del debito nel lungo periodo.
Secondo il Fmi il rapporto debito/pil salirà al 250% entro il 2017 dall’attuale livello del 237%. L’economia è sull’orlo della recessione, per cui la Bank of Japan potrebbe intervenire con nuove misure di stimolo monetario. La popolarità del premier Noda è ai minimi storici dopo l’aumento dell’Iva all’8%. A breve potrebbero essere annunciate le elezioni anticipate. Per lo yen le prospettive di medio-lungo periodo sono decisamente negative.