Il tasso di cambio euro/dollaro mostra una quotazione di 1,2970 a poco più di un’ora dall’inizio delle contrattazioni sui mercati europei. I prezzi sono in deciso calo a partire da questa notte, in scia alle aspettative di forte rallentamento dell’economia asiatica (che finora ha trainato la crescita globale) e a causa dei timori legati alla situazione finanziaria della Spagna, che continua a rimandare la richiesta di aiuti all’Europa nonostante la grave condizione in cui versa il bilancio del governo centrale e delle regioni autonome.
Eppure la scorsa settimana era stata tutt’altro che negativa per il cambio euro/dollaro, che dall’area di supporto di 1,28 era riuscito a spingersi fino in area 1,3070 grazie anche alla forte pressione in acquisto arrivata dopo l’annuncio dei tassi della BCE (giovedì 4 ottobre) e dei non-farm payrolls (venerdì 5 ottobre), risultati in linea con le attese degli analisti. Nelle ultime ore è tornato a farsi sentire il clima di risk aversion, che sta portando a un apprezzamento del biglietto verde.
L’apertura molto negativa delle borse europee sta influenzando l’andamento della moneta unica, che perde terreno anche contro lo yen giapponese e la sterlina britannica. Il tasso di cambio euro/dollaro ha raggiunto questa mattina l’area di supporto di 1,2970, toccando finora un minimo intraday a 1,2962. Se il test di questa key area dovesse risultare negativo, il cambio euro/dollaro potrebbe approfondire ulteriormente la discesa fino a 1,2950 prima e 1,2920 poi.
Da un punto di vista tecnico, una chiusura giornaliera sotto 1,2970 dovrebbe attirare l’attenzione di nuovi venditori e provocare un nuovo sell-off con target successivo sul supporto giornaliero di area 1,2880. Prospettive negative anche per il cambio euro/yen, che potrebbe tornare a quota 100 nel giro di 2-3 giorni.