La pressione al rialzo sul cambio EUR/USD è dovuta principaalmente alla debolezza del biglietto verde, appesantito dagli ultimi deludenti dati macroeconomici che hanno spinto alcune banche d’affari a rivedere le valutazioni dal fronte della crescita economica per l’anno in corso.
► MENO DI TRE MESI PER SALVARE L’EURO SECONDO LAGARDE (FMI)
Dopo il brutto dato sulle vendite al dettaglio ddi due giorni fa, JP Morgan ad esempio ha tagliato le stime sul pil americano per il secondo trimestre dell’anno a +2% da +2,5%. Inoltre, molti analisti e investitori sono convinti che prima o poi la FED sarà costretta a varare un nuovo piano di quantitative easing (QE3).
► CORSA AGLI SPORTELLI IN GRECIA
Da un punto di vista tecnico il tasso di cambio EUR/USD è al momento su una zona di resistenza giornaliera molto importante, posta tra 1,2620 e 1,2650. Tuttavia, se la pressione dei compratori dovesse prevalere nelle prossime ore, è probabile che entro oggi il cambio possa raggiungere anche quota 1,27 e chiudere la settimana almeno sopra 1,27 in attesa del risultato elettorale in Grecia. Se, invece, dovesse esserci un ritorno delle vendite, è probabile che il cambio possa chiudere l’ottava sotto 1,26 ma difficilmente sotto 1,25.