Il tasso di cambio euro/dollaro ha toccato ieri il minimo più basso degli ultimi nove giorni a 1,2825, raggiungendo un’importante area di supporto di breve periodo. Tuttavia, da questi livelli è partita una spettacolare reazione dei compratori, per nulla intimoriti dal downgrade di Standard & Poor’s sulla Spagna, bocciata a BBB- ad un passo dal livello junk. Il movimento “contrarian” ha spiazzato i trader che puntavano ancora sul ribasso, provocando veloci ricoperture che hanno alimentato il trend rialzista intraday.
L’exploit del cambio è stato notevole e rafforzato nel pomeriggio dalle ottime indicazioni provenienti dal mercato del lavoro negli Stati Uniti, visto il forte calo delle nuove richieste di sussidi per la disoccupazione. Oggi, invece, è atteso il dato sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan. Ieri il cambio è salito fino in area 1,2950, formando su base daily un pattern noto nela candlestick analysis come “bullish engulfing”.
Questo modello grafico ha statisticamente una grande efficacia, anche se la significatività aumenta notevolmente sui minimi di periodo. Il contesto di mercato resta molto incerto, come si evince anche dall’andamento contrastato dell’equity, in particolare a Wall Street. Da un punto di vista tecnico il cambio euro/dollaro potrebbe approfondire il rialzo in caso di breakout deciso di area 1,2950. Se ciò dovesse avvenire, il target successivo sarebbe posto tra 1,2970 e 1,30.
L’eventuale consolidamento del bullish trend emergente tra 1,2950 e 1,30 potrebbe aumentare ben presto il carburante della salita, spingendo il cambio all’inizio della prossima ottava fino a 1,3050 – 1,3070. La negatività sul cambio si avrebbe, invece, in caso di ritorno deciso sotto il supporto di 1,2920: in questo caso i prezzi potrebbero tornare in area 1,2880-70.