L’euro approfitta, però, della debolezza del dollaro americano (a causa di alcuni dati macro sotto le attese) e dello yen (sulle aspettative di un nuovo piano di acquisto titoli della Bank of Japan). Il tasso di cambio euro/dollaro resta sotto le resistenze di area 1.3170-80, ma a questo punto non è da escludere un breakout rialzista esplosivo con approdo a 1.3220 prima e 1.3250 poi. Insomma, l’euro – al di là di qualche forte strappo ribassista di breve periodo – riesce quasi sempre a mantenere i supporti tecnici più importanti grazie alla debolezze delle altre valute principali.
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La moneta unica è in difficoltà, invece, contro la sterlina, che è la valuta più acquistata del momento. Non a caso il tasso di cambio euro/sterlina è sceso ieri sui minimi a due anni e mezzo a 0.8160. Tornando al cambio euro/dollaro, si può quindi ipotizzare un nuovo tentativo dei compratori di scardinare le resistenze di breve periodo. Tuttavia, in caso di fallimento dell’azione dei buyers, da questi livelli potrebbe iniziare nuovamente una discesa robusta almeno fino in area 1.3070-50.
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