Solitamente queste candele, quando appaiono sui massimi o sui minimi di un trend, anticipano l’inversione. Tuttavia, bisogna considerare che al momento il bearish trend del cambio euro/dollaro resta molto solido e i prezzi si trovano al di sotto dell’area di resistenza di 1,2280 – 1,23. Insomma, sembra più probabile una continuazione della tendenza ribassista con target a 1,22 prima e 1,2150 poi nel brevissimo periodo.
Tuttavia, se sui mercati dovesse riaffiorare un maggiore appetito per il rischio, è probabile che i prezzi possano salire almeno fino a 1,2350, se non addirittura a 1,24. Su questi livelli di resistenza, i venditori dovrebbero tornare a distribuire per un target di medio periodo compreso tra 1,22 e 1,20. Nonostante le decisioni approvate dall’Eurogruppo restano ancora molti nodi da sciogliere e l’incertezza potrebbe ancora appesantire la performance dell’euro.
La moneta unica europea sta perdendo colpi soprattutto contro le valute di paesi con finanze pubbliche molto solide, come ad esempio il dollaro australiano, il dollaro canadese o le corone scandinave (in particolare la corona svedese). Pesante il calo anche per il cambio euro/sterlina, sceso fino a 0,7890 sui minimi da inizio novembre 2008.