Si tratterebbe, dunque, del quinto anno consecutivo di recessione per il paese. Secondo Provopoulos “la Grecia si trova di fronte ad una scelta netta e storica tra ricostruire la sua economia all’interno della zona euro e con il sostegno dei partner, oppure rimettere indietro l’orologio di decenni, perdere anni di progresso economico e alla fine uscire dall’euro e dall’Ue”. Secondo il governatore della Bank of Greece, urgono riforme strutturali da “perseguire con determinazione”. Dopo il voto del prossimo mese, in Grecia potrebbe tornare l’instabilità politica e riportare a galla le preoccupazioni degli investitori sulla zona euro.
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Dopo le elezioni del 6 maggio sono previsti nuovi tagli del 25% agli stipendi nel settore privato e 15mila licenziamenti di dipendenti pubblici entro fine anno. A marzo la troika aveva dato il via libera al secondo piano di salvataggio del paese da 130 miliardi di euro, con una ristrutturazione del debito da 100 miliardi di taglio di valore nominale dei titoli di stato. A maggio 2010 la Grecia aveva ricevuto il primo sostegno della comunità finanziaria per 110 miliardi di euro.
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