L’audizione di Ben Bernanke davanti al Congresso Usa e la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed hanno fatto emergere un quadro di forte incertezza sulle strategie future di politica monetaria dell’istituto monetario di Washington, nonostante Bernanke ha assicurato che la Fed continuerà a stampare denaro. Tuttavia, dalla minute della Fed emerge la volontà di alcuni membri del Fomc di attuare una politica monetaria più restrittiva, grazie al miglioramento dell’economia americana. I segnali ambigui di Bernanke hanno generato un ritorno dell’avversione al rischio.
Iera sera Wall Street ha chiuso in calo, mentre la borsa di Tokyo perde il 7% dopo Bernanke e Pmi cinese ai minimi da 7 mesi, che ha evidenziato un brusco rallentamento dell’attività manifatturiera del Dragone. Il sentiment di avversione al rischio ha generato sul forex dei maxi-riscatti sullo yen giapponese, valuta privilegiata nei carry trade e nelle operazioni short in leva.
Sul forex il tasso di cambio dollaro/yen, che ieri pomeriggio era salito fino a 103,73 ai massimi da ottobre 2008, ha innescato la retromarcia scendendo sotto 101. Secondo gli analisti finanziari c’è la possibilità di assistere a un nuovo test di quota 100 già tra oggi e domani. Crolla anche il cross rate euro/yen, che passa da 133,80 (nuovo top da gennaio 2010) a quota 130.
Secondo Kuniyuki Hirai, foreign exchange trading manager per Bank of Tokyo-Mitsubishi Ufj, “il rialzo dei rendimenti all’1% è un altro elemento che ha portato agli acquisti sullo yen”. Il tasso sui bond decennali nipponici è salito sui livelli più alti da aprile 2012 ed è quasi raddoppiato in poco più di un mese (ad aprile scorso era allo 0,55%).