La BoJ è ancora sul punto di allentare la presa. I rischi al ribasso sull’economia giapponese persistono, ragion per cui la politica monetaria potrebbe subire nuovi freni.
A comunicare l’atteggiamento dell’Istituto di credito è il governatore Haruhiko Kuroda, ribadendo che il target di inflazione non è stato ancora raggiunto. Kuroda chiede tempo al fine di valutare gli effetti della politica monetaria nell’economia reale e nei prezzi. Inoltre gli impatti positivi delle scelte della BoJ rischiano di essere cancellati dalle turbolenze dei mercati e dai timori connessi alle economie al di fuori del Giappone.
Il dollaro, in questo scenario, acquista terreno sullo yen, che ripiega dopo le dichiarazioni di un accademico giapponese vicino al governatore, secondo cui Banca del Giappone potrebbe ampliare il proprio stimolo monetario già il mese prossimo.
Il biglietto verde ricava lo 0,3% e si porta a 108,74 yen. Già ieri la valuta si era mossa in rialzo, toccando il picco da due settimane a 109,38 yen, per poi chiudere in calo di 0,8%. Il 3 maggio la valuta Usa ha toccato il minimo da 18 mesi sullo divisa nipponica, scivolando fino 105,55 yen, dopo il nulla di fatto al meeting di politica monetaria di aprile di Banca del Giappone. Lo yen scivola anche sull’euro, che sale a 124,17 da 123,88 della chiusura.
Nel contempo, il dollaro guadagna marginalmente anche nei confronti dell’euro, che scivola a 1,1408 da 1,1425 della chiusura.
La sterlina rimane poco mossa in attesa di conoscere le decisioni sui tassi di Banca d’Inghilterra. L’istituto centrale, nelle aspettative, non dovrebbe apportare modifiche alla propria politica monetaria, nonostante il rallentamento del ritmo di crescita, associato all’incertezza temporanea legata al referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, in agenda il 23 giugno.