La vittoria di Barack Obama, rieletto presidente degli Stati Uniti d’America dopo il precedente mandato 2008-2012, ha ridato slancio ai mercati finanziari. In particolare gli investitori hanno ripreso ad acquistare asset più rischiosi, mentre dal portafoglio valutario escono dollari americani e yen giapponesi per far spazio a valute correlate positivamente con il clima di risk on, ovvero euro, sterlina, dollaro australiano e dollaro neozelandese. La conferma di Obama apre anche nuovi scenari per l’oro, che negli ultimi giorni aveva subito pesanti vendite.
Infatti, se il candidato repubblicano Mitt Romney aveva intenzione di mettere fine alla politica monetaria dei tassi a zero della FED, Obama proseguirà ancora sulla falsariga di quanto successo negli anni precedenti sostenendo la politica monetaria ultra-espansiva di Bernanke per rilanciare la crescita e l’occupazione. La politica dei tassi a zero favorisce l’oro, che beneficia del calo generalizzato del biglietto verde per recuperare terreno.
Il dollaro americano sta perdendo colpi contro tutte le principali valute. Il tasso di cambio euro/dollaro è salito fino a 1,2876, ma solo ieri mattina aveva toccato il minimo più basso da quasi due mesi a 1,2763. Il cambio sterlina/dollaro è tornato sopra 1,60, mentre il rapporto dollaro/yen è rimasto superiore a 80. La volatilità di breve periodo è aumentata molto, così per le prossime ore è attesa una fase di consolidamento sui mercati in attesa dell’apertura di Wall Street.
Con l’apertura dei mercati europei, il dollaro americano sta provando un rimbalzo tecnico contro le major currencies. Il cambio euro/dollaro è tornato sotto 1,2850, ma la sensazione è che i compratori potrebbero tornare ad accumulare posizioni lunghe a partire da livelli più bassi, come 1,2830 o 1,28.